La scintilla creativa
6 Aprile 2006
“Una goccia che ha cambiato tutto” Tutto nasce da un imprevisto: mentre dipinge, una singola goccia di colore cade su un foglio bianco. Quel minuscolo impatto, apparentemente casuale, innesca un’epifania artistica. È in quell’istante che Julian T intuisce il potere visivo ed emotivo dell’IMPACT: gesto, energia e bellezza pura. Da quel momento, la sua missione diventa portare su grandi tele la potenza di quella micro-esplosione.
Il battesimo del cielo
17 Giugno 2007
“La firma che cade dal cielo” – Venezia, Biennale 2007 Durante la Biennale di Venezia, Julian sale a bordo di un dirigibile e lascia cadere una boccia di colore su una tela bianca: un gesto audace che diventa un’azione simbolica. Una sfida lanciata al sistema artistico, una performance che fonde arte, atto e provocazione. Quella macchia, sospesa tra cielo e terra, è l’atto fondativo del linguaggio IMPACT.
Dalla tela al rituale
2 Ottobre 2010
“L’alchimia del colore” – Serie ALCHIMIA Con la serie Alchimia (2007–2013), Julian esplora il legame tra pigmento e spiritualità. Le tele diventano luoghi di trasformazione simbolica: Nigredo (nero), Rubedo (rosso), Citrinitas (giallo), Albedo (bianco), Viriditas (verde). Una palette iniziatica per raccontare l'evoluzione della materia e dell'anima, ispirata alla filosofia ermetica. L’IMPACT diventa rito, e la pittura, liturgia.
L’impatto del presente
11 Novembre 2011
“Segni della nostra epoca” Julian colpisce direttamente i simboli visivi della contemporaneità: l’iconico ritratto di Obama, il bacio di William e Kate, la visione di Fukushima e l’ombra delle Torri Gemelle. Le sue opere si fanno specchio e critica della civiltà dell’immagine, dove l’IMPACT visivo e quello emotivo coincidono. È un’arte che urta, che commuove, che costringe a guardare.
Oro, argento, memoria
24 Febbraio 2013
“L’impronta diventa icona” – Serie Gold & Silver Nel 2013 Julian realizza opere su foglia d’oro e d’argento. Non più solo impatto, ma impronta che si fa icona. L’IMPACT si incide su superfici preziose, evocando reliquie e memorie. È il momento in cui la pittura emozionale di Julian si sublima in immagine totemica: una collisione tra sacro e urbano, gesto e contemplazione.